Manca pochissimo alla nuova edizione di Interno Verde e sto cercando di organizzarmi al meglio per vedere le meraviglie che si nascondono dietro i portoni di Ferrara e dintorni.


Avete letto bene, dintorni. Perché quest’anno i giardini non si troveranno solo dentro le mura cittadine come durante le scorse edizioni (fatta qualche rarissima eccezione), ma alla manifestazione hanno aderito diverse proprietà ben più in là del confine storico della città.


Ma non voglio anticiparvi nulla!
Nell’attesa concludo il ciclo delle edizioni precedenti mostrandovi delle perle davvero incredibili. Per chi conosce Ferrara sarà difficile pensare a quanta bellezza si cela dietro alle classiche quattro mura di mattoni delle varie residenze private. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti!

Come organizzarsi al meglio
Se la prima volta che ho partecipato mi sembrava qualcosa di meraviglioso e incredibile, l’anno scorso mi ha stupita ancora di più.


Insieme a Lorenzo di oggivivoqui.it, abbiamo iniziato diversi giorni prima a pianificare i vari itinerari, complice il fatto che sebbene avessimo già visto diversi giardini l’anno precedente, questa volta erano aumentati considerevolmente di numero e ci siamo resi conto che a piedi sarebbe stato impossibile riuscire a vedere tutti quelli che mancavano all’appello.


Abbiamo quindi optato visto il bel tempo, a macinare i chilometri necessari in bicicletta, in modo da accorciare i tempi di tragitto e poter trascorrere più tempo all’interno di queste meraviglie naturali.
E col senno di poi non posso che confermare quanto la scelta sia stata sensata, dato che siamo riusciti nell’impresa battendo il tempo meglio di un orologio svizzero!


Quindi ricordatevi, se la vostra intenzione è quella di partecipare, pianificate bene gli itinerari e se possibile scegliete questo mezzo ecologico a due ruote: vi garantisco che ne varrà la pena!
Romanticismo da Grand Tour



Un androne buio e una grande porta vetrata separano i visitatori dal giardino che si nasconde dietro al portone del civico 155 di via XX Settembre.
Questo è un raro esempio di giardino all’italiana curato come un giardino in stile inglese. Le statue in pietra e le opere d’arte sono lasciti del rettore dell’ateneo di Ferrara, precedente proprietario.
Le siepi e i cespugli crescono floridi e separano le varie arie del giardino in maniera geometrica, contenendo anche i resti di un’antica voliera per uccelli.
La campagna dentro la città

Quando sono entrata nel giardino di via Campo Sabbionario, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo. Mi ha subito ricordato il giardino della casa di campagna dei miei nonni veneti, con la sua moltitudine di piante ed alberi tutti diversi fra loro, fiori e rampicanti in mezzo alle siepi, tutti volti a crescere in maniera smisurata, regalando verde e ombra a tutto spiano.


Tartarughe e galline sono le custodi di questo giardino, proprio come lo erano nei miei ricordi, assieme ad un orto di non piccole dimensioni.
Annamaria, che in questa casa ci è anche nata, racconta di come un tempo si bevesse l’acqua dal vecchio pozzo artesiano, accanto ai resti di un vecchio rifugio antiaereo, costruito per proteggersi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un passato selvaggio, un presente ordinato


La casa di via Quartieri un tempo ospitava la caserma della Guardia Cittadina.
Il suo giardino sembra disordinato, ma al tempo stesso si percepisce lo sforzo di riordino e di evoluzione.
In un angolo del giardino l’ordine di una piccola statua di Buddha e un tavolino con tanti piccoli vasi di terracotta si contrappone al crescere selvaggio delle piante all’interno di una vasca.

Ferrara o… Sudamerica?
Il giardino di vicolo del Parchetto 15 nasconde qualcosa di veramente incredibile.
Con un passato di riserva di caccia degli Estensi prima, e coltivazione di grano poi, questo terreno ora è decorato da piante per la maggior parte nostrane.
I proprietari nel 1978 hanno iniziato piantando delle piccole piantine provenienti da un progetto di rimboscamento patrocinato allora dalla Regione.


Ma non solo. Perché questo giardino è decorato da statue che tutto sembrano tranne che autoctone e che rendono questo un luogo davvero unico nel suo genere.
Casa Minerbi


La finezza e l’eleganza nel giardino di Casa Minerbi regnano sovrane.
Rosai rampicanti, peonie, oleandro, iris e ortensie sono solo alcune delle meravigliose piante di fiori che si possono ammirare in questo giardino.
Quello del civico 23 è solo una parte di ciò che è rimasto oggi alla famiglia Minerbi. Il civico 15, che ospita nel Salone dei Vizi e delle Virtù e nella Sala degli Stemmi un meraviglioso ciclo di affreschi del Trecento, è passato nel 1995 al Demanio e successivamente acquistato in parte dal Comune e in parte dalla Soprintendenza.
Auto d’epoca
La piccola corte di via Zemola 19 si trova in un palazzo fresco e tranquillo.
Costruito probabilmente nel Duecento, la struttura ha subito numerosi ampliamenti, mantenendo però il nucleo medievale.
Il verde urbano è dato dalla bignonia che florida si arrampica alle pareti, decorando quasi in modo selvaggio il cuore dell’abitazione.
Ma la cosa che lascia più stupefatti è il bellissimo esemplare di Volkswagen cabrio di un colore rosso laccato che si trova al di là del cancello in fondo al cortile interno.

La piccola corte di via Zemola 19 si trova in un palazzo fresco e tranquillo.
Costruito probabilmente nel Duecento, la struttura ha subito numerosi ampliamenti, mantenendo però il nucleo medievale.
Il verde urbano è dato dalla bignonia che florida si arrampica alle pareti, decorando quasi in modo selvaggio il cuore dell’abitazione.
Ma la cosa che lascia più stupefatti è il bellissimo esemplare di Volkswagen cabrio di un colore rosso laccato che si trova al di là del cancello in fondo al cortile interno.
In fondo dalla città che per tradizione ha ospitato l’antica corsa della Mille Miglia, cosa ci si poteva aspettare?
Tornare a scuola per un giorno


Per chi ha avuto la fortuna di frequentare le scuole all’Istituto San Vincenzo, non sarà difficile ricordare il giardino geometrico custodito all’interno.
Gli archi avvolti dai glicini fanno da guida in un percorso circondato da grandi alberi di tigli, oleandri, palme, pini, nespoli giapponesi, giuggioli, calicantus, magnolie, bagolari e allori.
Gli alberi di mele, pere, prugne e le viti che un tempo venivano qui coltivati, hanno lasciato lo spazio ai rosai, alle siepi, alle piante officinali, e persino ad un cedro del Libano, proveniente da una delle tante missioni umanitarie alla quale hanno partecipato le suore.
Palazzo Calcagnini

Ultimo ma non meno importante è il giardino di Palazzo Calcagnini, che dagli anni Novanta è la sede di Confindustria.
La storia di questa struttura è lunga e ricca di presenze importanti.
Giulio Trotti, Filippo De Pisis, Giorgio de Chirico, Emilio Arlotti, il conte Grosoli Pironi, sono solo alcuni dei personaggi che alloggiarono in questo palazzo.
Soprattutto fu De Pisis a segnare la residenza con la sua presenza, prima di trasferirsi a Roma e Parigi.
È proprio in questo giardino che l’artista era solito la sera scendere e recitare Le Ricordanze di Giacomo Leopardi.
Ma fu grazie al Conte Grosoli che dobbiamo il giardino per come oggi lo conosciamo. Tra il 1926 e il 1927, fece completare il tamponamento del loggiato e la ricostruzione della loggetta rinascimentale, il coronamento a merli in stile medievale e la vera da pozzo, realizzata con due antiche formelle di pietra con delle lastre di cemento.
Rimarrei a scrivervi e a mostrarvi questi giardini per ore, ma devo assolutamente finire di organizzare gli itinerari della nuova edizione.
Spero vi siano piaciuti e vi aspetto nei prossimi giorni a scoprire i nuovi giardini di Interno Verde.
